L’uomo che osa sprecare anche un’ora del suo tempo non ha scoperto il valore della vita…
Non è la più forte delle specie che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva ai cambiamenti.
Daniele Bertaggia
Sono nato nel 1978 e sono cresciuto a Porto Tolle, un piccolo paesino della provincia di Rovigo, dove il fiume Po si incontra col mare.
Quando ero piccolo non c’erano molte strutture sportive e per un bambino che volesse avvicinarsi al mondo dello sport l’unica scelta obbligata sembrava essere il calcio.
Fin da subito mi accorsi di non essere bravo col pallone ero il più goffo tra i miei amici poiché ero grassoccio.
Odiavo essere preso in giro e sentirmi chiamare “ciccione”. Erano gli anni ’80 e alla TV iniziavano a dare film d’azione con personaggi come Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone e Van Damme. Io rimanevo a guardarli con gli occhi spalancati, dicendo a me stesso che un giorno avrei cambiato il mio corpo.
Nel frattempo al mio paese iniziarono dei corsi di judo in un vecchio cinema adibito a palestra. Ricordo ancora il giorno in cui mio padre mi portò a vedere una lezione, mi appassionai e iniziai i corsi. La palestra era divisa in due parti da pannelli alti poco più di due metri, da una parte si tenevano i corsi di judo e dell’altra c’erano gli attrezzi e le macchine per il body building. Una tenda con anelli scorrevoli separava i due ambienti.
Appena mi era possibile andavo a sbirciare dietro quella tenda col volto pieno di ammirazione per quei ragazzi più grandi che potevano allenarsi con quegli attrezzi che per noi bambini erano tassativamente da “non toccare”.
Passarono gli anni, continuai a praticare il judo e non appena raggiunsi i 14 anni mi iscrissi alla sala pesi.
Da quel momento maturò sempre più in me la passione per il body building, iniziai a comprare riviste e a documentarmi incamerando quante più informazioni potevo su allenamento, alimentazione e integrazione.
Ritornai a praticare contemporaneamente ai pesi anche altri tipi di arti marziali a livello agonistico come il kick boxing e il karate poiché le arti marziali continuavano ad appassionarmi. A 20 anni, mentre frequentavo l’università, ebbi la possibilità di lavorare come Istruttore part-time nella sala pesi della palestra in cui mi allenavo.
Fu un’esperienza molto importante perchè fece crescere ulteriormente il mio interesse verso l’attività fisica e mi spronò a diventare un Personal Trainer.